Chiesa dei Santi Martiri (o San Graziano)

Arona
Legenda
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Come arrivare

In auto: lungo la A26 prendere l'uscita Arona. Giunti nel centro di Arona, proseguire per corso Cavour e via Battisti fino a giungere nella Piazza San Graziano, oppure accedere dal retro una volta raggiunto il Municipio in Piazza De Filippi.
In treno: la stazione ferroviaria più vicina è Arona.

About

Sulla sommità della scalinata in fondo a piazza S. Graziano ad Arona, sorge la chiesa di origine romanica dei Ss. Martiri.

La chiesa, detta anche di San Graziano, è stata negli anni più volte ristrutturata, fino ad acquisire l'attuale facciata barocca, caratterizzata da suggestive pareti quattrocentesche, costituite da blocchi squadrati di serizzo.

A testimonianza delle sue origini medievali, si possono ammirare, nell'attiguo edificio che ospita gli uffici municipali, i resti del monastero fondato nella seconda metà del sec. X e a cui la chiesa era annessa.

All'interno sono custodite diverse opere d'arte: il marmoreo altare maggiore con bassorilievi raffiguranti i Martiri (sec. XV), una pala capolavoro risalente al 1480 di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone e le suggestive vetrate decorate, tra cui spicca quella del 1502 collocata nella cappella di San Carlo. In una teca foderata con pregiato tessuto serico settecentesco, sono invece conservate alcune reliquie di San Carlo, tra cui il suo pastorale.

Tornando all'esterno non si possono non notare la bella fontana del 1852 nella piazzetta antistante, e sul retro, la Cappella-Ossario Beolchi, notevole espressione del barocco lombardo (sec. XVII) che colpisce per le affascinanti inferriate floreali in ferro battuto e la presenza di qualche affresco ancora leggibile.

Ogni anno il 13 marzo, in occasione della festa patronale di Arona, conosciuta come il Tredicino, le spoglie dei santi Fedele, Corpoforo, Graziano e Felino vengono esposte alla venerazione popolare. La tradizione vuole celebrare in questo giorno la restituzione agli aronesi nel 1576 di una parte delle reliquie di questi martiri, concessa da San Carlo Borromeo.